sabato 1 gennaio 2011

RaiScuola e BBC World News: chi li ha visti?



Non so se vi siete accorti che Rai Scuola nel corso del 2010 è sparita fra i canali della Rai digitale. Rai Scuola offriva, con mezzi molto modesti, a tutti coloro in grado di sintonizzarsi, la possibilità di arricchire il proprio bagaglio di conoscenze. In particolare agli esclusi, alle fasce sociali più deboli (analfabeti di ritorno, anziani, immigrati ...) comprese le vittime, spesso innocenti della cosiddetta dispersione scolastica. Ragazzini che a causa di gravi problemi familiari, bullismo, malattie rinunciano a frequentare o collezionano un pesante numero di assenze. Dava anche la possibilità di apprendere l'inglese a chi non può permettersi si pagare un corso o di soggiornare all’estere. L’inglese ci rende meno soggetti al localismo, è la lingua che ci consente di dialogare con il mondo, e di sapere, ad esempio come il mondo vede l’Italia e quello che sta accadendo nel nostro paese.
La conoscenza dell’inglese ci consentiva anche di seguire i programmi di BBC World News, che da novembre sono spariti dal digitale terrestre. Per quale ragione? Su un articolo in rete si legge che «BBC World News era nel pacchetto Mediaset 2, quello che comprende i maggiori canali dell'azienda, quindi il motivo della sparizione del canale è da ricercarsi nei rapporti tra l'emittente britannica e Mediaset.» Qualche inguaribile malizioso sostiene che l’assenza dell’emittente inglese sia dovuta ad alcuni servizi che non hanno messo in buona luce il nostro premier. Comunque sia l’assenza di questa emittente impoverisce il panorama dell’offerta del digitale terrestre molto popolato da banalità e business.
Per l’anno appena nato auspico che i suddetti canali (magari Rai Scuola con più risorse e meno programmi pseudo-burocratici) tornino a farsi vedere nel digitale terrestre nazionale, che è stato avviato così sbrigativamente in mezza Italia (l’altra metà a breve) per garantire, almeno negli intenti, ai cittadini pluralismo e democrazia nell’informazione e non per consolidare monopoli e privilegi.

(Augurando a tutti un buon anno, auspico che anche altri vogliano auspicare qualcosa.)