Guardando i video che girano in questi giorni su facebook non posso fare a meno di pensare, con una considerevole dose d’angoscia, che il problema non sono tanto e solo le parole razziste, xenofobe e amorali di chi è in primo piano e usa il microfono, quanto il plauso, espresso con risate o acclamazioni, di chi ascolta.
L’aneddoto che segue e che mi è stato raccontato da un’amica riguarda una conversazione in un supermercato Coop di Firenze (dunque, fra l’altro, non al nord) tra il commesso della pescheria e una signora. La signora chiede dove siano stati pescati i diversi pesci e il commesso indica quelli d’allevamento e (con un certo orgoglio) quelli pescati nel Mediterraneo. L’acquirente opta allora per quelli d’allevamento spiegando che con tutti gli africani neri morti in mare non c’è da fidarsi e che magari i pesci sono contaminati...
Mi sono necessari alcuni minuti per capire; a parte la stupidità scientifica della considerazione, com’è possibile che si sia arrivati a questo? Com’è possibile che tragedie come quelle alle quali stiamo assistendo in questi giorni possano generare come preoccupazione quella relativa all’integrità o alla bontà del pesce mediterraneo inteso come alimento?
Non degenerano solo le persone; anche i gruppi e i popoli rischiano la deriva morale e fisica. Mi chiedo quanto il processo di autodistruzione sia andato avanti, oltre che nella quotidianità dei rapporti di potere, dentro di noi, nei luoghi intimi dove ciascuno custodisce la propria sensibilità, gli affetti, la capacità di amare, di soffrire per chi soffre e di provare solidarietà.
Il pericolo più grande che stiamo attraversando consiste in quella sorta di egoismo teorizzato del si salvi chi può e della furbizia dell'arrangiarsi: la nuova religione e filosofia di vita.
1 commento:
Quello raccontato da Antonella è il caso di un'eclatante, crudele e insulsa stupidità. A volte viene da chiedersi se non avesse ragione Stuart Mill, quando scriveva che il "peso" dei voti non dovrebbe essere lo stesso per tutti, e magari dovrebbe essere sottratto agli "stupidi". Naturalmente ci sarebbero altri rischi di distopia. Il racconto mi fa pensare anche alla melensa lettera inviata da Bruno Vespa a Renzo Bossi, quando questo ha lanciato il gioco "Rimbalza il clandestino" su Facebook... Vespa gli scrive: "Ho sentito che tu vuoi fare politica. Bene, vieni da un’ottima scuola e hai buone possibilità di emergere. Ma in politica, come in ogni mestiere, bisogna cominciare dal basso, bisogna sporcarsi le mani". E lo invita a diventare "esperto di immigrazione"... Senz'altro può farlo, visto "l'ottima scuola" da cui secondo Vespa il giovane Renzo Bossi viene...
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