Ecco il testo originale di una "perla", tratta dall'insieme dei componimenti poetici di Sandro Bondi, attuale Ministro per i beni e attività culturali:
A Giuliano Ferrara
Antro d’amore
Rombo di luce
Parole del sottosuolo
Fiume di lava
Ancora di salvezza
Chiamare poesia questa serie di associazioni libere, simili a quelle che potrebbero venire evocate in una pessima seduta psicoanalitica, è veramente uno sforzo lessicale non indifferente: gli italiani, però, sono un popolo di poeti, Bondi è italiano, dunque Bondi è un poeta.
Il poeta, in una lettera al direttore de "Il Foglio" (Giuliano Ferrara, cioè l'antro d'amore nonché rombo di luce), proprio ieri si è scagliato contro gli artisti ricevuti dal Presidente Napolitano, in occasione della "Giornata dello Spettacolo", artisti colpevoli, a suo dire, di essere tutti schiavi della politica e dell'ideologia (comunista, naturalmente) e di comportarsi da accattoni, perché continuamente alla ricerca di fondi per le loro attività. E' a tutti noto, invece, che il vero artista è quello che vive di stenti, muore di fame, dorme sotto i ponti e che, possibilmente, si ammala di tisi.
Se questi sono i presupposti per la formazione di un vero artista, il Ministro può dormire sonni tranquilli: grazie alla continua perdita di occupazione e alle condizioni di vita sempre più scadenti cui il nostro Paese è sottoposto, è certo che molti veri artisti emergeranno in Italia.Forse anche qualche vero poeta, del quale - a giudicare dai versi che introducono questo post - si avverte un urgente bisogno.
Chi fosse interessato a un'antologia "poetica" di Sandro Bondi, può fare riferimento al sito:
http://gamberorotto.com/miscellanea/sandro-bondi-poeta/
Il testo della lettera del Ministro al direttore de "Il Foglio" è all'indirizzo:
http://www.ilfoglio.it/soloqui/3832
2 commenti:
La poesia (quella vera e non le sue involontarie caricature) rientra, secondo gli attuali punti di vista dominanti, nella categoria dell'improduttivo e dell'inutile. Ed è quest'inutile che oggi dobbiamo difendere, cioè lo spazio dell'immaginazione, dei sogni, dei desideri e delle utopie: non solo il pane, ma anche le rose.
Ormai è assodato che quanto non ha realmente fatto Caligola, si sta compiendo nella nostra italica fase storica, che talvolta si rivela inquietante sotto vari aspetti. Se un cavallo può diventare senatore, perché un tricheco o un fenicottero non potrebbero fare gli artisti?... Come d’altronde accadeva con il fascismo, in tutto ciò non mancano situazioni comiche, farsesche, che lascerebbero immaginare, nei retroscena, l’esistenza di un abile regista. Malgrado tutto quello che succede, propongo di non perdere il gusto del sorridere, e a proposito di poesia, ricordo il titolo di un celebre testo giovanile di Palazzeschi: “E lasciatemi divertire”.
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