venerdì 9 luglio 2010

Sabbia frontiera

Versi discorsivi sul nulla

In questa zona di spiaggia frontiera
sento il limite umano delle cose
principio e fine di ogni esistenza.
Si capisce qua al confine
fra il mugugno del mare
eterno e un viadotto scalcinato,
su un letto disseccato di torrente,
che non c’è differenza fra l’essere
umano e i grani di sabbia,
tra il fronte di gabbiani che fende
il cielo e il vento che scompone.

Attutita appare l’ intrusa
umanità, all'oscuro del nulla
o dannata nel dimenticarlo.
Persino meschine baruffe o legnate
politiche in piazza e in parlamento
sono anelato svago
al peso del nulla che agghiaccia
lo sprovveduto (o il saggio)
nell’afa meridiana.
Muti ragazzi con lo sguardo
a cespugliose dune
riposano insoliti silenzi
rotti dal moto d’una pulisabbia
che netta una spiaggia dal seriale
pattume della nostra età.

Annichilente accerchiamento (il nulla)?
sbrecciare o diventare sasso?
Pausa per adesso di empatia
(sia un raro animale o tipo umano)
scelgo una tregua di tecnologia
e parlo distante a un amico.

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