sabato 15 marzo 2008

L'ora di religione

Il potente dio della tecnologia almeno in Occidente ha in parte sostituito la religione, sua diretta concorrente, e anche la passione politica, che nel bene e nel male ha movimentato la Storia per un paio di secoli, direi dalla rivoluzione francese al crollo del muro di Berlino. Su un altro fronte, religione e politica sono state sfibrate da una divinità altrettanto popolare e influente: il denaro.
Casualmente gli ultimi due film che ho visto, si muovono intorno a personaggi molto simili: uomini frustrati i quali disperatamente inseguono soldi e successo (che in assenza di talenti si traduce in potere d’acquisto) sullo sfondo di una società alienata e alienante, spietata e indifferente. Niente di nuovo sotto al sole, storie simili ne abbiamo già conosciute. L’originalità sta forse nell’organizzazione del crimine a gestione familiare. Beninteso, non si tratta di famiglie camorriste o di clan malavitosi. Sono persone comuni e incensurate, l’uomo medio inglese o americano.
Così vanno più o meno le cose in Sogni e delitti di Woody Allen. Mentre Sidney Lumet (Onora il padre e la madre) pensa bene di andare oltre, e quindi i legami familiari non sono soltanto l’occasione per diventare assassini, ma anche fonte di vittime da rapinare, con esiti che andranno oltre il prevedibile…
Dunque il denaro ha ormai sfaldato anche i vincoli considerati più sacri. Questo in Occidente.

Nel resto del mondo, almeno in alcune aree, si assiste ad una sorta di riscossa della religione, che non soltanto tiene testa alle lusinghe di denaro e tecnologia, ma sembra avere anche preso il posto della politica. Mi riferisco certamente ai vari movimenti islamici di cui si fa un gran parlare, ma anche alle più recenti rivolte dei monaci in Birmania (Myanmar) e in Tibet. È vero che anche in passato, ad esempio durante guerra del Vietnam, i monaci buddhisti hanno manifestato il loro dissenso attraverso proteste a volte estreme (alcuni si sono dati alle fiamme), tuttavia la battaglia politica era saldamente nelle mani di movimenti laici. La disillusione nei confronti della politica, per noi, in tempi di “veltrusconismi”, non è molto difficile da comprendere. Resta da capire cosa ne sarà dell’Occicente se rimarrà in balia del dio dei motori e del bancomat, così lontano dalla spiritualità e dall’anima, da sempre fondamenti irrinunciabili dell’essere umano e della convivenza.

(E. M.)

5 commenti:

bruno sales ha detto...

Esiste, ai nostri giorni, una fiducia (fede?) illimitata nei confronti del potere del denaro e di quello della scienza/tecnologia.
I detentori di questi poteri non perdono occasione per rassicurarci che, grazie alla loro intercessione, è ormai prossima la scomparsa di ogni dolore e di ogni infelicità.
Troppo bello, per essere vero.
Enrico, però, ci ricorda un concetto desueto, quello di 'passione politica': riportarla in auge potrebbe essere una delle chiavi, forse, per ritrovarci un po' meno dolenti, un po' meno infelici.

nicola ghezzani ha detto...

Io uso il concetto di spiritualità come sinonimo di etica, per spogliarlo di ogni valenza superstiziosa. L'etica, in senso lato, è anche passione politica. Politica, non partitica. La Polis è una cosa, la Pars è un'altra.

enrico meloni ha detto...

Sono d'accordo sull'uso di spiritualità come sinonimo di etica. E' importante per il vivere associato che almeno alcuni principi etici siano condivisi. La religione aveva (ed ha) anche questa funzione. Inutile dire che talvolta questi principi si sono rivelati superstizioni, con tutte le conseguenze che conosciamo. Credo comunque che vi siano modelli di religione immuni da valenze superstiziose. Mi riferisco, ad esempio, al deismo o al buddhismo allo stato puro.

nicola ghezzani ha detto...

Il punto è se vi è un fondamento etico al di sopra dell'uomo o se l'uomo è la fonte e la base dell'etica. Super-stizione, nel senso di super-stare, star sopra l'uomo. Molte cose sono al di sopra dell'uomo: le stelle, il cosmo, la natura... Non l'etica però. La morale se è riconosciuta come umana, dà luogo all'etica, se si pensa stia sopra l'uomo, dà luogo a una superstizione.

bruno sales ha detto...

Una visione laica moderna del senso morale non può riconoscere valori etici assoluti, cioè destoricizzati e immutabili (e, dunque, posti 'al di sopra' dell'uomo, come afferma Nicola).
Enrico suggerisce, tuttavia, la presenza, in alcune particolari forme di religione, di una propensione 'laica' all'autoriflessione, che le rende affini più alla dimensione filosofica che a quella confessionale.
Resta il fatto che anche la filosofia è un sistema di credenze: o, almeno, così credo...