domenica 22 febbraio 2009

Mezzogiorno di fuoco


Lo stupro è un atto rivoltante, vile, terribile. La vittima di uno stupro porta con sé, oltre ai danni subìti dall'aggressione fisica, una ferita psichica indelebile.
Gli aggressori non fanno parte di un'etnia specifica: non sono obbligatoriamente rumeni, albanesi, slavi o extracomunitari di colore. Anche gli italiani stuprano, talvolta donne sconosciute, talvolta ex fidanzate ed ex mogli.
Lo stupro non è, infatti, la cruda manifestazione di una tempesta ormonale, o la conseguenza di una perdita dei freni inibitori, o una reazione alla solitudine. Non parte dagli organi genitali, ma dal cervello, dalla mente, dalla concezione dei rapporti tra esseri umani, che siano uomo-uomo, donna-donna, o uomo-donna.
Chi stupra ha già diviso l’umanità in soggetti dotati di ogni diritto (compreso quello di esercitare la forza) e soggetti che non devono avere diritti; ha già negato ogni forma di eguaglianza; ha già deciso che le relazioni tra esseri umani sono governate da puri rapporti di dominio.

Dopo i militari inviati a pattugliare le città, ieri, con l’intento dichiarato di contrastare gli stupri, in Italia è stato emanato un decreto che autorizza la costituzione di ronde cittadine (anche se, naturalmente, la parola 'ronde' non è menzionata): la costituzione, dunque, di gruppi privati di persone che possono girare per le città e decidere se un cittadino è ‘sospetto’; che possono, ad esempio, decidere di allontanare il ‘nero’ dalla fermata dell’autobus, perché si è avvicinato troppo a una donna ‘bianca’.
La privatizzazione della sicurezza (che fa seguito ad altri tentativi di privatizzazione delle tutele sociali) è un segnale inquietante, che nessun altro paese occidentale democratico ha mai voluto lanciare. Non servirà per il 'controllo del territorio'. Il territorio si controlla promuovendo spazi civili e cultura della solidarietà: aumentando, cioè, il benessere dei cittadini, non il loro malessere.
Non servirà per prevenire le aggressioni, che certo non vengono compiute alla luce del sole.
Questa tacita autorizzazione all’arbitrio e al linciaggio accrescerà in tutti noi, temo, l’ostilità, la diffidenza e la paura verso il nostro prossimo: gli stessi sentimenti, cioè, che muovono i passi di ogni stupratore.

2 commenti:

enrico meloni ha detto...

Purtroppo anche Franca Rame a suo tempo subì una violenza, pare per cause legate al suo “impegno”. La storia è di dominio pubblico perché da quella tragica, dolorosa esperienza ha tratto un famoso monologo più volte rappresentato, che ora si può vedere anche su YouTube. I suoi aggressori non furono puniti, perché la sentenza venne emessa dopo la prescrizione del reato. Nessuno pensò all’epoca (nel ’73) di istituire delle ronde, anche perché si era troppo vicini al ventennio fascista. Difatti la questione sollevata da Bruno, oltre che proiettarci in un clima di linciaggio da far-west (lontano-ovest), ci cala tristemente nel più vicino contesto della dittatura di casa nostra. Un paio di mesi dopo la marcia su Roma, il governo Mussolini legalizzò le squadracce, che avevano distrutto, manganellato, purgato e ucciso gli oppositori politici, con la costituzione della Milizia VOLONTARIA per la SICUREZZA Nazionale. L’aspetto (in ogni caso) inquietante è che Maroni riferendosi alla legalizzazione delle ronde ha parlato di VOLONTARI per la SICUREZZA. Lo ha fatto di proposito? Oppure (più probabilmente) conoscendo un po’ di storia avrebbe avuto almeno l’accortezza di usare altri termini?... Il velo buio dell’ignoranza che dilaga a tutti i livelli e le sue nefaste conseguenze sono sconfortanti.

maria antonella galanti ha detto...

Lo stupro è un pretesto per far accettare qualcosa che fino a qualche tempo fa appariva impensabile. Denominarle “ronde antistupro” è una beffa; un tragico gioco logico-retorico. Suggerisce che se sei contrario alle ronde sei favorevole allo stupro. Suggerisce che lo stupro è un atto raro, e la tentazione alligna solo tra determinati gruppi, etnici o sociali: albanesi, rumeni, neri, sottoproletari, marginali, soggetti privi di cultura... Del resto, non possono esserci ronde nelle camere da letto o nelle cucine e dovunque si celino i mille volti del dominio, del potere, della sopraffazione, subdolamente resi invisibili.
E nessuna ronda avrebbe salvato le ragazze stuprate (e una di loro uccisa) tanti anni fa, al Circeo, non per strada, ma tra mobili di lusso e suppellettili preziose, da ragazzi pariolini che in quella notte, prima e durante lo stupro omicida, ascoltavano musica classica.