domenica 8 novembre 2009

Cara banda di birbaccioni

Cara banda di birbaccioni,

me l’avete fatta anche stavolta: siete riusciti a farmi commuovere.
In fondo si sa che prima o poi gli alunni si devono separare dagli insegnanti, come del resto i figli dai genitori, e via ognuno per la sua strada. E se – considerati i prezzi delle case – non si tratta sempre di un distacco abitativo, avviene comunque un distacco psicologico; immagino ricordiate tutti la poesia Dirti di sì, che Gianni Rodari ha scritto per sua figlia ancora bambina.
Nel nostro caso – per i motivi che sapete - la separazione è avvenuta un po’ prima del previsto, ma in fondo non mi trovo all’altro capo del mondo. Quindi niente di grave, cari birbaccioni. Anzi, di fronte a tutti gli eventi tragici che si succedono ad ogni istante sul nostro pianeta, questo fatto diventa una cosa da ridere.
Certo, quei momenti magici, che solo allievi e maestri e conoscono (ma considerando che tutti siamo stati alunni, ognuno potenzialmente può ricordare simili felici circostanze), quando l’attenzione è viva e l’insegnante riesce a dare il meglio di sé, a creare la lezione che si trasforma in dialogo grazie al coinvolgimento, alla attiva partecipazione degli studenti, che fornisce un contributo fondamentale, beh, cari birbaccioni, quei momenti forse sono irripetibili. Ma consoliamoci, siamo stati fortunati ad averli vissuti, anche in una scuola così disastrata e priva persino dell’essenziale, una scuola secondaria, dove (soprattutto alle medie) all’insegnante compete sempre più una funzione di mera vigilanza. Di sicuro questi momenti resteranno sempre vivi nella mia memoria. E spero anche nella vostra, perché è più importante. Voi siete il futuro e avete bisogno di ricordi positivi per costruire qualcosa di positivo in un paese e in un mondo, che hanno tanto bisogno di giustizia, solidarietà, onestà, cultura, come una terra arida necessita di acqua limpida per divenire fertile. E per di più, venendo ad un livello personale e dunque meno importante, ricordate quanto affermava Foscolo nei Sepolcri?... Solo nella memoria dei viventi possono continuare ad esistere coloro che non sono più su questa Terra. Pensate un po’ quanto siete importanti, banda di birbaccioni! (Toccando ferro) avete nelle vostre mani, o meglio nella vostra memoria, la presunta immortalità di chi vi ha insegnato qualcosa. Siete quasi come quelle capricciose divinità dell’Olimpo che avete incontrato nella mitologia greca e nei poemi omerici.

Tornando seri, approfitto di questa occasione per salutare e ringraziare i vostri genitori, a cominciare dai rappresentanti di classe. Tutti hanno sempre dialogato cordialmente e in modo costruttivo, come purtroppo non sempre avviene in una scuola dove da qualche tempo alcuni genitori si dilettano a ricoprire il ruolo di sindacalisti dei propri figli, e senza rendersi conto di danneggiarli, difendono a spada tratta alunni svogliati, arroganti e con immense lacune.
Grazie ancora per i regali che conserverò per sempre.

Ora vi saluto: in primo luogo state bene, e poi non smettete mai di imparare, solo così tutto quello che abbiamo costruito insieme continuerà ad avere un senso.

Con affetto, il prof

2 commenti:

maria antonella galanti ha detto...

E’ difficile, nel rapporto con i propri allievi, gestire la dimensione emozionale in maniera equilibrata, cioè integrare il coinvolgimento necessario per mettersi anche dal loro punto di vista (lasciando affiorare il proprio stesso passato di adolescenti) con la distanza altrettanto necessaria per comprenderli razionalmente. E poi occorre continuamente fare i conti con la perdita; con il fatto, cioè, che quasi mai si riesce a cogliere il risultato di quanto con fatica si è seminato perchè, magari, viene elaborato sotterraneamente e con lentezza, ben oltre i limiti temporali della scuola. Insegnare è un lavoro, non una missione: ma è impossibile farlo bene senza passione e se non si è disponibili a mettersi un po’ in gioco anche come persone.

bruno sales ha detto...

E'un vero peccato che questa scuola costringa insegnanti e alunni alla difesa, come si trattasse di due nazioni ostili immerse in un clima di reciproca diffidenza.
E' un vero peccato che l'emergere di legami inevitabili e di sentimenti ineludibili sia materia di sospetto e di ripulsa.
Ci si accorge che quei legami e quei sentimenti potevano forse costituire la base per un rapporto diverso, sincero, costruttivo: ma, spesso, è tardi, troppo tardi.