mercoledì 24 giugno 2009

Clic


Da alcuni giorni la mia televisione resta accesa per pochi minuti. Il tempo di ascoltare i telegiornali e di fare il conto delle omissioni, delle mezze verità, delle frasi che restano incomprensibili ai più, perché accuratamente rese oscure, fumose, sibilline, in modo tale che non penetrino nella mente dell’ascoltatore, ma ne scivolino ai bordi senza lasciare alcuna traccia. Off. Stop. Silenzio. Respiro per la mente, ossigeno per il pensiero, se ancora ce n’è rimasto uno.

Dovrebbero farlo in molti.

I giovani rincoglioniti da Champions League, Confederations Cup, Calciomercato, Eurocalcio, Tuttocalcio, Solocalcio, Persempresportcalcio, Grande Fratello, Isola dei Famosi, Saranno Famosi, Amici, Quattroamicialbar, Picchia Tu Che Picchio Io.

I vecchi ancora lucidi, lasciati al loro tempo lento da trascorrere in compagnia della TV-badante, che consola, conforta, coccola, assopisce, canta la ninna-nanna. Dormi, dormi, tesoro mio, che alla realtà ci penso io.

Noi tutti, incamminati sulla via maestra della narcosi profonda, dovremmo farlo. Quel piccolo clic è l’azione più temuta dai detentori del potere mediatico e dai sapienti dispensatori di pubblicità a ciclo continuo. Lo schermo muto e cieco, infatti, non può più sedurci, né stordirci, né pacificarci con una realtà fittizia.

Non è poi così faticoso. Uno, due, tre. Clic.

2 commenti:

enrico meloni ha detto...

Di questi tempi l'operazione "spegni TV" è facilitata dal passaggio al digitale terrestre. Basta solo resistere alla tentazione di munirsi di decoder o di televisore predisposto, ed entro novembre (in alcune zone d'Italia, Roma inclusa) non ci sarà neppure bisogno di fare clic.

luca mori ha detto...

Per fortuna c'è anche Internet, che permette di aprire molte finestre, di rivedere e ricomporre in autonomia le tessere sparse di notizie e altri avvenimenti. Ci vorrebbe, però, un'educazione all'uso complesso di Internet e alla "filosofia" della condivisione già dalle scuole? credo di sì