venerdì 24 luglio 2009

La città e le sue ombre


Il racconto di un episodio di spaccio avvenuto alla luce del sole dove non ti aspettavi, in un luogo e in un momento della giornata frequentato abitualmente da anni, fa venire il dubbio di non conoscere bene la città e le sue "ombre". Fin da studente, essendo in affitto alle Piagge, durante il tragitto quotidiano da casa al centro mi imbattevo mediamente in tre siringhe lasciate nottetempo sulla strada lungo i marciapiedi. Ma ci sono luoghi che uno considera "fuori" dal giro. Mi viene in mente un passo di "La città e le ombre", di Alessandro dal Lago e Emilio Quadrelli. Sembra esserci come
[...] la giustapposizione di due mondi, o città, che coesistono ma si ignorano o meglio si guardano, nonostante la prossimità, da una distanza insuperabile - la città legittima dei cittadini, dell'opinione pubblica, delle corporazioni e associazioni professionali, dei partiti e quella più o meno invisibile dell'illegittimità, dell'immigrazione, della microcriminalità, della prostituzione palese o occulta, della tossicodipendenza. Due città ovviamente in una posizione profondamente diversa e asimmetrica: la prima non conosce la seconda, ma la evoca in continuazione, ne fa la fonte di ogni disagio o, come si dice oggi, "degrado" urbano e civile, vedendovi il terreno di coltura di ogni possibile minaccia, popolandola di arnomali e devianti; la seconda vive nell'ombra dell'economia informale, semilegale o illegale, in luoghi scarsamente visibili dalla città legittima, e soprattutto non è dotata di voce. [...] La città legittima pronuncia parole di paura o di sospetto verso quella illegittima, ma ricorre a quest'ultima per un gran numero di servizi e di prestazioni: dal lavoro domestico a quello in nero dei cantieri, dalla domanda dei vari tipi di prostituzione a quella di stupefacenti, gioco d'azzardo o credito illegale...
Ecco, in tanti casi è la città "legittima" la fonte della domanda per quella illegittima. In altri casi, c'è chi tenta di assistere e costruire "ponti" tra le due sponde. In ogni caso, l'esistenza di due città così divise interroga sulle responsabilità politiche della città legittima, a partire da quelle di chi è stato votato per governare: guardando in questa direzione, tuttavia, partendo dal livello nazionale, non troviamo accanto alle due menzionate una terza città, privilegiata, attraversata da tante ombre di illegalità e semi-legalità? Una città che fa circolare e commercia droga, prostitute e prestazioni forse più luccicanti dell'altra città illegittima: con il paradosso che, in questo caso, la "terza" città, segnata dall'illegalità, è deputata dal meccanismo del consenso alla custodia della legittimità.

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