lunedì 7 dicembre 2009

Il potere del silenzio




In un Paese dove la caduta di un singolo capello a un giocatore di calcio viene commentata per settimane e settimane da radio, televisioni e giornali, il silenzio assoluto calato, dopo il primo giorno, sulla manifestazione del 5 dicembre dovrebbe destare una certa sorpresa. Come possono, i media, ignorare un evento così potenzialmente ricco di spunti di discussione, di polemiche e persino di qualche gossip?
Possono, eccome. Sempre più spesso i grandi mezzi di comunicazione ignorano eventi e notizie non allineati con il pensiero dominante (che oggi corrisponde al pensiero governativo), in una sorta di omaggio a quella strategia di annientamento di ogni voce di protesta, o anche solo di non conformismo, che si sta rivelando la più efficace arma di manipolazione del consenso. Ignorare, dimenticare, omettere sono modalità raffinate di controllo, messe in atto da ogni potere antico e moderno: ai nostri giorni gli strumenti mediatici che danno forma a queste modalità hanno raggiunto livelli quasi assoluti di perfezione, che consentono - a chi il potere lo esercita - di indossare una maschera di civiltà. L’inganno sotto forme in apparenza civili, diventato regola, mostra sicuramente un’efficacia superiore a quella di qualsiasi rozzo tentativo di repressione violenta. Ma resta un inganno.
Corriere della Sera di oggi, 7 dicembre. Leggendo l’editoriale di E. Galli della Loggia si comprende che “il «No B-day» non indica uno di quei sommovimenti epocali che a partire dal '68 ci vengono regolarmente annunciati ogni sei mesi, tutte le volte che qualche folla, specie se giovanile, si fa una passeggiata per le vie di Roma”. Tutto chiaro. Non è successo nulla. Qualche centinaia di migliaia di persone hanno deciso di fare una gita a Roma nello stesso giorno, una semplice coincidenza.
Repubblica di oggi, 7 dicembre. Il titolo a piena pagina è “Clima, il Papa: salvate i giovani”. Eloquente.
La piazza è silenziosa, le strade sono pulite, i cittadini passeggiano. No, Berlusconi e il suo governo non hanno bisogno di nessuna Stasi, di nessuna Securitate. Tutti i canali mediatici, dalla televisione ai giornali, persino quelli “d’opposizione”, sembrano preoccuparsi di far dormire loro sonni tranquilli.

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