mercoledì 9 dicembre 2009

Uno, nessuno, 90.000...



A forza di sentirmi ripetere a destra e a manca, come un’ipnotica litania, che il pomeriggio del 5 dicembre, a Roma, in piazza San Giovanni, si erano date convegno poche decine di migliaia di persone e che forse molte di loro erano lì per caso (la Capitale, si sa, è meta turistica ambita), comincio a dubitare dei miei stessi occhi. Anche ieri sera, nella trasmissione ‘Ballarò’, una Brambilla piuttosto su di giri ci ha rivelato, senza alcuna incertezza, che i partecipanti non potevano essere più di 90.000. Le sue parole non sono state seguite da proteste indignate, né da recise smentite. D’altra parte, nessuno degli organizzatori della manifestazione era stato invitato.

Questo silenzio sulle cifre mi ha reso inquieto. Perché, mi sono chiesto, nessuno ha smentito? E’ possibile che l’esperienza che mi è sembrato di vivere fosse soltanto immaginata? Sono prigioniero di una realtà virtuale, alla ‘Matrix’?

Forse. Forse ho soltanto sognato la folla di gente che riempiva piazza della Repubblica e che ha dovuto aspettare un’ora e mezzo per iniziare a muoversi, perché la testa del corteo era troppo densa e stava sciamando a fatica lungo il percorso. Forse non è stata che un’allucinazione lo spettacolo della via Merulana, una strada lunga più di un chilometro e larga venticinque metri, satura di persone da cima a fondo, quando già l’area di San Giovanni era ricoperta di bipedi viola. Forse i suoni, le voci, i corpi di quel pomeriggio sono stati un inganno di una mente che comincia a vacillare e a creare per sé un mondo che non esiste.

Forse. O, forse, chi si occupa di reinventare il mondo reale per adattarlo alla favola del piccolo schermo ha ormai dato fondo a tutti i trucchi di cui disponeva. Ma non può fermarsi: sicuro del sentimento di onnipotenza assoluta che lo pervade non ha più la capacità di accorgersi che - costretto a negare persino l’evidenza delle immagini fotografiche e dei filmati - si è già spinto troppo oltre, oltre ogni acquiescenza di spettatore, oltre ogni ingenuità di suddito e oltre ogni credulità di elettore.

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