lunedì 3 novembre 2008

Il dubbio


Mio padre era un uomo – come si diceva una volta – di saldi principi. Era credente. Era convinto che esistessero un Bene e un Male, più o meno assoluti.
Mio padre era anche un uomo intelligente e un uomo di cultura. Non mi ha insegnato quali fossero il Bene e il Male, ma, forse facendo violenza a se stesso, mi ha spinto a usare intelligenza e cultura per comprendere autonomamente dove si annidasse il bene e dove il male. Mi ha spinto, in un certo senso, verso il dubbio.
Non so se sono mai stato, o se sarò mai, un uomo migliore di mio padre. Questa è l’aspirazione, più o meno segreta, di tutti i figli (e spesso il desiderio segreto e inconfessato dei loro padri). So però che, in qualche modo, ho imparato a usare il dubbio come strumento: come strumento, paradossale, di acquisizione di certezze.
Quelle che seguono sono alcune di queste certezze.
Sono certo che lo scopo dell’esistenza degli esseri umani non sia quello di sopraffare i propri simili.
Sono certo che vivere di paranoia nei confronti degli altri sia peggio che morire.
Sono certo dell’esistenza della bellezza nella natura e nelle creazioni dell’uomo chiamate pittura, scultura, musica, teatro, letteratura, poesia.
Sono certo che bene e male siano ripartiti in varie combinazioni all’interno di ciascuno di noi.
Sono certo che sapere sia meglio che non sapere.
Sono certo, infine, che per avere un proprio punto di vista sia necessario conoscere più di un punto di vista.

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