mercoledì 5 novembre 2008

Venti oscurantisti e nuove speranze



Guardo scorrere sul video, mio malgrado un po' commossa, gli sguardi lucidi di chi ascolta Obama parlare di una nuova speranza, di una nuova storia, di una nuova alba. Prima ci sono state le parole del candidato sconfitto, l'onestà rara dell'ammettere di avere perso una battaglia, e la disponibilità al dialogo costruttivo espressa nell'invito, rivolto ai propri elettori, a congratularsi con il vincitore.
Una grande lezione, in questo clima oscurantista che ci sovrasta.

1 commento:

luca mori ha detto...

C'è in effetti una differenza tra il pensare che una cosa è possibile e il poter dire che accade o è accaduta. Uno poteva ritenere possibile che un afroamericano diventasse presidente degli Stati Uniti. Ma vedere che accade è diverso.
Davvero è emotivamente potente la dimensione simbolica di un evento del genere: vedere una famiglia di colore su quel palco, con tanti occhi puntati lì da tutto il mondo... forse prima d'ora era accaduto soltanto per certe famiglie di colore delle sit-com.
Quindi è importante che sia accaduto quello che è accaduto: senza indulgere a nessuna speranza di palingenesi, è quel genere di inedito che ogni tanto ci vuole.